29 ago 2011

I Clash al centro commerciale: Lost in the Supermarket

Si torna a scrivere, dopo la pausa. Di questo agosto, tutto sommato caldo, delle ferie (degli altri), delle città vuote, della loro vivibilità ritrovata, del concetto di città e quello di centro, di "centro-città" come luogo di incontro (una volta), di centro commerciale come luogo di incontro (oggi). Già, è sempre stato un modello che ho visto di traverso: "i centri commerciali sono le piazze del duemila". No, il centro commerciale (beh, con annesso l'indispensabile supermercato, ça va sans dire) è il luogo dedicato alle compere: più è grande, più ci sono marche e insegne famose, più è importante e più attira gente. Si va per acquistare cose, poi si torna a casa, con il sacchetto (in carta o in plastica biodegradabile) e lo scontrino che declama "cambio/reso possibile entro 7 giorni". In un annoiato giorno invernale, ci si passa il pomeriggio, si guardano i prezzi, si passeggia con le mani dietro la schiena, compiacendosi per il tepore, lamentandosi per il troppo tepore... Il centro commerciale, inoltre, è diventato anche centro di aggregazione ("ci si becca al centro alle 4..."), è un passatempo al chiuso ("vado a curiosare in quel negozio, dove c'è il cell nuovo della... che poi ci sono le consolle da provare!"), un posto dove si va a mangiare o fare uno spuntino; è diventato anche un luogo di incontro. Ho osservato che, anno dopo anno, è più facile trovarci conoscenti, tra le pesche, shampoo e i surgelati, scambiarci due parole ("ma che fine hai fatto...") e congedarsi ("ah, mi sono dimenticato il pane... sgrunt! devo tornare indietro... ah, alla prossima spesa! eheh"). E magari si abita a meno di un chilometro di distanza! Vai a capire la società del duemila! 
E a proposito di commercio e consumismo, Joe Strummer, nel '79, scrisse, con Mick Jones, "Lost in the supermarket", uno dei gioielli (della categoria non-t'aspetti) del fondamentale album "London calling". 
"I'm all lost in a supermarket 
I can no longer shop happily 
I came in here for the special offer 
A guaranteed personality"
[…]
"I'm all tuned in, I see all the programmes 
I save coupons from packets of tea 
I've got my giant hit discotheque album 
I emty a bottle i feel a bit free"
Indubbiamente la canzone merita molto sia per il testo, che per la musica. Un ritmo moderato (rispetto alle hit dei Clash) ma incalzante, trascinante, coinvolgente, sul quale appoggia la critica al consumismo, il disagio di vivere in questo modello, spersonalizzato. 

Esisterà una via di mezzo tra interessi economici e rapporti sociali? Forse il centro commerciale è un elemento, una possibilità ma, come tutto, basta non abusarne... ;o)

Beh, intanto ci si può ascoltare la canzone che, fortunatamente, viene venduta nei vari CD... anche nei centri commerciali!!!

10 ago 2011

Notte di S. Lorenzo vs. Pink Floyd: The Great Gig in the sky

Sta per iniziare una delle notti più magiche dell'anno, che con la temperatura e, talvolta, con la compagnia giusta, può dare delle vibes difficili da dimenticare. Così come riesce a "The Great Gig in the sky" dei Pink Floyd, proprio dall'album celeberrimo del prisma in copertina, insomma "The dark side of the Moon".
Benché parli della morte, mi accontento solo di seguire la melodia, tenere gli occhi aperti per contemplare il cielo e pensare.

5 ago 2011

In viaggio (funzione Random)

Il viaggio (ora inteso come tragitto) è sempre una condizione che non lascia indifferenti: si includono aspettative, speranze, ansie, paure. Si spera di arrivare puntuali, senza contrattempi e sorprese, e ci si dovrebbe rilassare un po'. Ma si ha ancora sulle spalle ciò che ci si porta (positivo e/o negativo) dalla condizione precedente il viaggio. Tutte le varie sensazioni (i cinque sensi sono ovviamente coinvolti), rimangono nella mente, nel cuore, e, per qualche tempo, inevitabilmente, ci accompagnano, condizionando, almeno, il tragitto stesso. Poi tutto dipende anche dal mezzo usato per spostarsi.
Per quanto mi riguarda quest'anno il mezzo di trasporto è stato il treno: un tragitto piuttosto lineare, senza troppe sorprese, ma emotivamente carico di molti elementi che ho raccolto negli ultimi mesi e che sono sembrati sassi all'interno dello zaino. Sassi difficili da scaricare, da posare accuratamente in un campo e da dimenticare. Fortuna che c'è la musica: dopo il consueto e insoddisfacente zapping selvaggio dell'effeemme, l'indispensabile funzione radom del lettore mp3 ha rispettato alla lettera ciò che promette. Mi sono ritrovato ad ascoltare, di seguito, tre pezzi tra i miei preferiti: perfettamente coerenti con il momento "emotivo" che stavo vivendo.

Train in vain - The Clash: straordinaria gemma dal tesoro London Calling

Boys don't cry - The Cure: tra le prime di Robert Smith & C. 
I try to laugh about it, cover it all up with lies 
I try and laugh about it, hiding the tears in my eyes because boys don't cry...

In Viaggio - CSI: Chapeau a G.L.F.
Viaggiano i viandanti, viaggiano i perdenti più adatti ai mutamenti, viaggia Sua Santità
Viaggiano ansie nuove e sempre nuove crudeltàCadono di vertigine...