Alle volte la memoria fa "brutti" scherzi (in senso buono). Per un motivo sconosciuto (c'è sempre un motivo, A.Celentano docet) mi sono ritrovato a pensare cosa si ascoltava (di musica commerciale che passava nelle radio, tralasciando -volutamente- un altro paio di cose bellissime) quasi alla fine del millennio passato: nell'estate 1999. Senza la pretesa di essere esaustivo, elenco le "hit", o presunte tali, che mi sono venute in mente associandole, appunto, all'anno appena scritto.
In ordine sparso:
sezione dance > Supercafone (Piotta), Alla Consolle (Mimmo Amerelli), Blue (Eiffel 65), Vamos a la playa (Miranda), Tell me why (Prezioso ft. Marvin), We're going to Ibiza (Vergaboys);
Qualche settimana fa Luca Carboni ha fatto uscire la sua nuova canzone "Fare le valigie": musicalmente semplice, estiva, musica leggera adatta alla stagione. "[...] insomma mi piace che un’altra estate arriverà, fare le valigie sapere che si ripartirà
insomma mi piace che anche l’estate passerà, fare le valigie sapere che si ripartirà
perchè mi piace sentire il tempo che va, sapere che tutto poi cambierà [...]"
Ma questa canzone mi da l'occasione, attraverso la frase "Riascoltare un vecchio disco dei Clash", di andare a prendere uno dei pezzi dei Clash, dal mitico e straordinario CD "London Calling" (1979), che si adatta ai ritmi più lenti che (più o meno) naturalmente si hanno in questa fase dell'anno. E' Revolution Rock e non è punk, è Clash!
Generalmente i testi delle canzoni rispecchiano la società intorno a chi le scrive. Da un po' di anni Facebook è diventato per molti qualcosa di indispensabile, un'estensione della propria vita, così come la "moda" di pubblicare qualsiasi instant-photo, per dimostrare di esserci.
Tutto questo per dire che ultimamente la parola Facebook (ma anche YouTube e altri servizi/siti della Rete) è entrata nelle canzoni. E in questo post ne segnalo 2 (+1) tra quelle recenti (sono tutte del 2011).
La prima è Londra del gruppo Le Strisce: ascoltata per caso oggi (durante uno dei miei sport preferiti: zapping sfrenato sull'effemme), mi ha incuriosito. Il testo affida a Londra la voglia di cambiare, per un periodo più o meno breve, vita, persone, aprirsi al mondo, il tutto su una musica con influenze inglesi (i fiati sembrano quasi beatlesiani), ma non rock. Per il momento a me non dispiace. Vedremo poi con il tempo se questo pezzo rimarrà.
"chissà che aria tira lontano da qua, chissà che gente si incontra d'estate a Londra
Londra sono pronto, sono pronto a fidarmi di te
come i sogni e le bambine, presto Londra fammi uscire"
La seconda canzone che segnalo la si sta ascoltando abbastanza su Radio Deejay, è di Mr. Entics e si chiama Click. Il genere è tra hip-pop e reggae, molto "giovane" (e forse per questa parte di post dovrei usare le sms-abbreviazioni e le kappa... ma anche no!) e focalizzato, appunto, sulle molteplici instant-photo che talune persone fanno per condividerle su internet. Musica tutto sommato estiva, gradevole, anche se il genere non è il mio prediletto, ci sta almeno un ascolto (io sarò sopra la decina!).
"Click, mi chiedi se la faccio con te, non preoccuparti baby se vuoi fare click, ricordati di mettere il flash,so che non vedi l'ora di..."
Il terzo pezzo è già passato su questo blog, all'interno del post relativo a I Cani e al loro "Il sorprendente album d'esordio dei Cani", ed in verità quasi tutto il loro cd è coerente con l'argomento trattato qui oggi. In particolare, per quanto riguarda (didascalicamente) la parola Facebook, Door Selection è la canzone che fa al caso nostro (oltre ad essere tra le più interessanti dell'album).
"Toglierei l'amicizia al settanta per cento di quelli su facebook, ma in fondo non voglio vedere ridotto il mio impero."
Una sera di settimana scorsa, ascoltando alla radio una canzone, me ne è venuta in mente un'altra di un altro artista, con i videoclip simili (e con lo stesso anno di uscita).
Quindi, il sotto-testo del post potrebbe essere: musicisti che salvano gente in aereo nel 1999.
Infatti, in tal anno, prima Max Gazze', poi i Foo Fighters hanno rilasciato due singoli ambientati in aereo, dove gli artisti si fanno, appunto, salvatori per via di "problemi" di volo.
In particolare, è Max Gazze' a iniziare, intorno a febbraio '99, presentando a Sanremo un bel pezzo: "Una musica può fare". Buona musica, buono il livello di carica che trasmette, orecchiabile al punto giusto (nininni, nananna...) e video che vede Gazzè autocostruirsi una cassa acustica e metterla al posto del motore dell'aereo, andato in avaria.
"Salvarti sull'orlo del precipizio quello che la musica può fare"
Invece, quasi a fine '99, i Foo Fighters pubblicarono Learn to Fly, ancora oggi tra le più famose del loro repertorio. In questo caso, però, i componenti della band interpretano se stessi e anche altri personaggi all'interno del video ambientato, appunto, in un aereo sul quale i piloti perdono il controllo e, con il libretto "Learn to fly", i Foo Fighters atterrano a destinazione incolumi, insieme a tutti i passeggeri. Spassoso il video, comunque.
Gli MGMT (Management) sono stati, nella seconda metà degli anni zero, un fenomeno musicale degno di interesse: il loro album "Oracular Spectacular" sarà tra quelli ricordati quando si narreranno i primi due lustri del nuovo millennio. Era il 2008 e l'ascolto del singolo "Time to pretend" non mi lasciò indifferente. Fu molto l'interesse di critica e pubblico per gli MGMT, sia per la musica (trascinante e psichedelica) che per i testi. A distanza di qualche anno molti artisti (anche già famosi) hanno in qualche modo coverizzato gli MGMT e molti sono i mashup e i remix da ascoltare su Internet. È la conferma che la loro musica non è passata inosservata. Prendendo spunto da questa considerazione, in questo post metto una selezione di cover di "Time to pretend", iniziando ovviamente dall'originale in versione live.
Questa è una cover senza elettronica, ma con gli archi: è quasi magica, se si vuole anche un po' barocca e, secondo me, si apprezza ancor di più la melodia.
Un'altra versione, anch'essa senza elettronica, ma con i fiati: Paolo Nutini la propone nei concerti (uno degli ultimi, pochi giorni fa, all'Italian Wave Love Festival); ne esce una cover onesta, rispettosa dell'originale, ma con delle giuste modifiche di suono/tempo che ben si adattano a Paolo Nutini. In questo video la sua esibizione al concerto del Primo Maggio a Roma nel 2010.
L'ultima cover è quella più minimale (esecuzione al pianoforte), con l'emotivamente intensa voce di Jónsi, front-men dei Sigur Ros. Ha quasi reinventato la canzone, spostando l'attenzione dalla musica al testo. Molto interessante, comunque.
Questo è tutto, per ora. Ma se siete a conoscenza di ulteriori cover degne di nota, segnalate pure.
This is our decision, to live fast and die young.
We’ve got the vision, now let’s have some fun.
Yeah, it’s overwhelming, but what else can we do.
Get jobs in offices, and wake up for the morning commute.
Oggi, in una sorta di relax dopo pranzo, stavo riflettendo su cosa/chi avrei voluto ascoltare live e dove. Ovviamente ci sarebbero tantissime situazioni (reali, immaginate, impossibili), ma quella che segnalo è rappresentata dal video di Hoppípolla (tratto dal DVD Heima) dei Sigur Rós.
La location del live è l'Islanda ed è incantevole. La canzone mi piace particolarmente. Il video è fatto bene. Insomma, ci sono tutti gli elementi per passare bene un po' di minuti.
C'è tanta buona musica, se si vuole, ma non sempre è hit. Poi ci sono quei pezzi che magari non sono capolavori, ma in qualche modo ci accompagnano (per scelta nostra o altrui) per qualche periodo. E così oggi si parla di "musica commerciale", ovvero delle hit di inizio estate.
Quando poco più di un mese fa ascoltai per la prima volta il nuovo singolo dei Coldplay "Every Teardrop Is a Waterfall", lo bollai come insignificante, non mi piaceva. Poi (facciamo al quarto ascolto) è iniziata ad essere nelle mie corde ed ora la ascolto proprio volentieri. Parentesi: i Coldplay mi piacevano parecchio un po' di anni fa, diciamo i primi due CD; tuttavia l'apprezzamento per i lavori successivi è stato da parte mia sempre più restio. Non mi trasmettono più qualcosa che va oltre una bella/gradevole canzone: sarà che i pezzi come Yellow, In My Place, God Put a Smile upon Your Face, Clocks e Parachutes (inteso come CD) fanno parte di un altro periodo della vita e l'inevitabile crescita (loro e mia) è stata divergente. Comunque l'ultimo singolo mi piace, un punto fermo ogni tanto. (fino al prossimo cambio di idea!)
Poi mi frulla spesso in testa anche quella di Bruno Mars dal titolo The Lazy Song: sarà che è orecchiabile, sarà che è molto estiva, quasi da spiaggia, sarà... boh, comunque non cambio ancora stazione radio quando viene trasmessa!
Ce ne sarebbero un altro po' di pezzi trasmessi molto nelle radio "commerciali" in queste settimane con il pregio di non farmi fare, ancora, zapping sfrenato; tuttavia so che questa condizione è breve e fra un paio di settimane mi ritroverò a cercare cose belle-belle-belle o nuove-nuove-nuove per evitare di sentire le stesse martellanti note estive. Insomma, ne riparleremo a suo tempo.
A volte si è così disallineati dal mondo (grande o piccolo che sia) che arriva il momento in cui ci si ferma, si fa un bel respiro (profondo), si raggruppano tutti i cocci in un sol posto e si ricomincia, cercando un equilibrio tra corpo, mente e circostanze.
E così capita che, in una tranquilla e rilassante serata domenicale di inizio luglio, al termine di un "agonistico" week-end, nel momento in cui ti ritrovi a perdere tempo su internet, arriva una notizia tanto triste quanto inaspettata. Tale da farti dormire male, tanto da iniziare la settimana con una pesante nube nera sopra la testa. In questi momenti, passata la fase di vuoto-panico-smarrimento-eorachefaccio, la razionalità e, talvolta, il buon senso sono gli elementi che gestiscono le priorità dei pensieri (o, almeno, dovrebbero): ci si scopre sufficientemente sensibili, magari qualche egoismo lascia il posto alla comprensione della situazione, improvvisamente sembra esserci una soluzione. A quasi tutto. Ma la parte difficile è trovarla. Così che passi discretamente alcuni quarti d'ora, senza arrivare a nulla. Anzi, con un bouquet di speranze e auspici, utili per placare i peggio sentimenti, sempre in agguato. Nel mentre di tutto questo, poi, arriva una sorta di happy end, come in certi film (non proprio commedie comiche). Tutto diventa inesorabilmente più leggero e si respira con più facilità. Anche il caldo, alla fine, non è che uno stato mentale (se non è troppo!). No, non c'è il tempo necessario per godersi appieno la felicità: è un bel momento, ma, secondo me, non è una condizione duratura. E' come un picco: una volta raggiunto, il grafico non può che scendere. Certo, non è una tantum, però nemmeno così frequente. Ma perché tutto questo giro di parole... ah, già, non si fa in tempo ad avere un buon aggiornamento, che è già il momento di pensare al futuro più o meno prossimo, attività da un lato stimolante (pensare, anche con un po' di fantasia, al futuro può essere un buon esercizio motivazionale), dall'altro personalmente, mi angoscia. Il fatto di proiettare scenari mentali plesio-realistici e di non vederli realizzati è frustrante e causa di un pessimismo cosmico, talvolta necessario, ma non sempre positivo per l'individuo immerso nel mondo.
In ogni caso il luglio (e quest'anno) è particolarmente difficile: troppi pensieri, troppe scadenze, troppi argomenti. E pianificazioni saltate: il fatto di non aver sotto controllo le situazioni è una condizione odiosa. Ma si trova il modo di uscirne, di prendere quanto di buono ci può essere sulla strada (buia) che si sta percorrendo. Cercherò di ricostruire quanto possibile, intanto mi ascolto un po' di musica.
In particolare la cover, che uscì qualche anno fa, di Luglio, pezzo degli anni '60 cantato da Riccardo Del Turco, nella versione degli Askers, sul Giuliano Palma Style. Gradevole. E poi il testo presenta delle belle soluzioni.
E poi un mio personale evergreen che mi accompagna da un sacco di anni: Agosto, dei Perturbazione. Ogni ascolto, mille emozioni. Qui in versione live (a partire dal minuto 3) al Carroponte di Sesto S. Giovanni (vicino Milano): il concerto è dell'anno scorso, è stato bello perché loro sono bravi. Ecco.
"Se non è vero che hai paura
non è vero che ti senti solo
non è vero che fa freddo
allora perché tremi in questo agosto?"